La recensione
Precari della scuola: la disperazione in cattedra
Di MICHELE FUOCO
Lo sfruttamento del lavoro precario nella scuola pubblica italiana è motivo di una rigorosa, e inquietante, riflessione che Vincenzo Brancatisano affronta, con tenace impegno di moralità, nel libro “Una vita da supplente” (Nuovi Mondi,... 350 pagine, euro 12,50). Anche lui docente (di diritto e economia politica), oltre che giornalista, Brancatisano mette in luce la condizione di numerosi insegnanti costretti a continui passaggi da una scuola all’altra, da classi ad altre classi, con irreparabili danni per gli studenti. E chiama in causa lo Stato che “elargisce” stipendi da fame ai docenti (poco più di 1.200 euro mensili dopo 20-30 anni di servizio annuale), rivelandosi pessimo datore di lavoro, con l’aggravante di scrivere leggi contro lo sfruttamento e la violazione dei diritti dei propri cittadini. Il libro assume il carattere di una scelta polemica contro l’artificio, la falsità delle leggi e dei comportamenti dei nostri governanti. Leggi avallate anche dai sindacati che spesso firmano contratti iniqui che umiliano la dignità dell’uomo. La situazione è quella di un “precariato dilagante” che dura spesso per decenni, se non per sempre, e fa dei docenti dei veri schiavi moderni. Fra strazianti testimonianze su aule sovraffolate, su supplenti pagati in ritardo, di vacanze non retribuite, su famiglie che fanno i conti con la disperazione, su professori precari che affrontano enormi sacrifici e si trovano di colpo senza lavoro, sui cattivi esempi di Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, su una pioggia di soldi a scuole private, sui falsi invalidi, sull’insegnamento in scuole oltre i seicento metri sul livello del mare per ottenere il doppio punteggio, Brancatisano si interroga, con attitudine conoscitiva profondamente sentita e sinceramente meditata, su un’avvilita condizione socioculturale. L’indagine attenta è condotta su scelte quotidianamente sofferte, evidenziando le illusioni, i fallimenti, i pochi sogni di evasione, i profondi scatti d’orgoglio e le inutili ribellioni. Tante storie di sofferenze e di sconfitte, ma anche di lotte che vogliono sostenere la dignità della vita dell’uomo. Il libro, che trova radici in una esasperata realtà, istituisce una rappresentazione dell’ingiustizia perpetrata ai danni di una categoria, dilatando il quadro in una società più ampia. Non si tratta di affrontare una condizione locale, ma di offrire, anche attraverso interviste a direttori e docenti, interventi a vari livelli e una grande varietà di fatti, una precisa testimonianza di una situazione insostenibile a livello nazionale. Una narrazione corale, dai contenuti forti, passionali, che si fa diario di travagli esistenziali e culturali. Michele Fuoco (La Gazzetta di Modena, 22 Agosto 2010)
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